Elisir al cardo mariano
con agrimonia, assenzio, cinquefoglia piè d’oca, tarassaco e liquirizia
Chi non li conosce, i detti di una volta: “rodersi dalla bile”, “ingoiar bile” o “mangiarsi il fegato”.
La teoria delle segnature, secondo cui aspetto, crescita e struttura di una pianta denotano le sue proprietà terapeutiche, è stata esposta da Paracelso in uno dei suoi libri più importanti sulle erbe officinali. L’aspetto spinoso del cardo mariano, la protezione del frutto maturo, la sua separazione dall’esterno documenterebbero l’importante azione di protezione cellulare per il fegato. Le sostanze amare, presenti a sufficienza nel cardo mariano, hanno un effetto rinvigorente per il fegato, disintossicante, e stimolano la secrezione e circolazione della bile.
Nell’antichità, l’agrimonia era una delle piante medicinali più note. È fra le piante più indicate per fegato, milza e reni, ha un effetto astringente e anti-germi. La pianta viene utilizzata in caso di fango o calcoli biliari e contro la predisposizione ad accumulare acidi urici.
L’assenzio riveste grande importanza come droga amara. L’assenzio fortifica lo stomaco, stimola la digestione, la funzione epatica e biliare, combatte tutti i disturbi della digestione e la flatulenza conseguente all’asportazione della cistifellea.
Negli erbari del tardo Medioevo, per la prima volta si cita la cinquefoglia piè d’oca come rimedio utile per la diarrea. Ha un effetto astringente, antispastico, costipante, antiinfiammatorio, cicatrizzante ed emostatico.
Si utilizza prevalentemente per il trattamento di malattie diarroiche con dolori spasmodici, di dolori addominali e al basso ventre accompagnati da crampi.
Il tarassaco stimola tutti gli organi della digestione, i reni e la vescica, favorendo l’espulsione di scorie vecchie. Per questo motivo aiuta anche in caso di disturbi cronici di tipo reumatico. Il tarassaco è indicato per il diabete mellito di tipo 1 e 2, e in caso di disturbi della funzionalità pancreatica.
Gli effetti della liquirizia erano noti già nell’antico Egitto. Poiché causa ritenzione idrica, gli Sciti la usavano per far durare l’acqua più a lungo nel deserto; Napoleone masticava liquirizia per la sua ulcera addominale. La radice di liquirizia è antiinfiammatoria, espettorante, aiuta in caso di bruciore di stomaco, ulcera addominale, ulcera duodenale, reumatismi.
Il FEGATO ha bisogno di aiuto,
habisogno di VITA
Il benefico Elisir al Cardo Mariano è un valido aiuto per il fegato. Nel nostro corpo, il fegato è il laboratorio più grande; esso deve elaborare ed eliminare ogni giorno tutte le scorie, producendo en passant un prezioso succo per la digestione nella cistifellea.
Ma ogni giorno il nostro fegato viene caricato fino ai limiti del possibile – per colpa dell’ambiente (tossine, gas di scarico, vapori, vernici, colori, ecc), dell’alimentazione (cibi pronti, fast food, additivi chimici), e anche delle nostre emozioni (arrabbiatura, rancore, rabbia, ira).
Ingredienti:
fiore, foglia) 6%, agrimonia* (fiore, foglia) 3%, assenzio* (fiore, foglia) 3%, cinquefoglia piè d‘oca* (fiore, foglia) 3%, tarassaco* (fiore, foglia) 3%, liquirizia* (radice) 3%, vino liquoroso
Gradazione alcolica: 14 % Vol.
* = coltivazione biologica controllata (cbc)